25 luglio 2014

Una vita fa

Chissà come ti arrivano certi ricordi, nitidi, freschi. Che neanche sapevi di averli ancora. 
Un pomeriggio d'estate, di tanti anni fa, quando ancora c'era un -teen a classificarti. 
Una villa grande e libera, che mamma e papà sono in vacanza, e tanti amici. Festa in piscina. Gente che va e viene. 
L'amico di turno. Quello un pó dannato, delle lunghe chiacchierate in una nuvola di fumo, con una bottiglia di birra in mano. Io la solita corona con limone, che poi tanto rock non lo ero mica. Lui no, lui era quello coi capelli spettanti, il plettro sempre pronto, già tanti guai da raccontare e perle di filosofia da regalare. 
E quel giorno era la volta degli amici. Mette due o tre bottiglie di birra sul tavolo : vedi Cè? Nella vita gli amici sono come queste bottiglie, a momenti ci si incontra, ci si scontra, poi si prosegue e si resta soli, per poi incontrare qualcun altro.
Cazzate.
O forse no.
Che chissà perché stasera mi ritrovo a pensare a quelle parole, mentre divoro l'ultimo di Murakami che racconta della fine immotivata di una grande amicizia, e mi chiedo quand'è che alcune persone tanto vicine sono diventare incredibilmente distanti. 
Le mancate sorelle, quelle di una vita divisa. Delle dinamiche difficili a volte, ma delle catene forti e resistenti. E invece. 
Chissà che non avesse poi ragione lui, diciassettenne dannato di una vita fa. 

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