21 dicembre 2012

IO L'HO FATTO, ma non chiedetemi perchè please



IL CONCORSONE. Ne parlano tutti, anzi ne hanno parlato tutti fino a due giorni fa. polemiche, giuste, sbagliate. Toni amari. Soliti discorsi. Se non sapete cosa è è il mega concorso docenti con cui il ministro Profumo recluterà 11500 insegnanti in barba alla graduatorie, alla frequentazione della SSIS a patto che si abbia una laurea abilitante conseguita entro un certo anno. Polemica. Giusta, probabilmente. Ma ricordiamoci che 11500 altri posti verranno pescati dalle graduatorie e quindi questa potrebbe essere un'opportunità per chi è non ben posizionato di fare un bel salto ed essere salvato dal precariato con un concorso. Ma ci sono tanti altri motivi di polemica, soprattutto perchè la prima prova preselettiva, che ha tagliato fuori il 66% dei partecipanti, non era attinente, era assurda e bla bla.
E io vi dico la mia.
Premetto che ho una mentalità scientifica con capacità logico deduttive altamente sviluppate. Che sono abituata a studiare. Che nella mia carriera ho fatto vari concorsi.
Io ho fatto anche questo. Non chiedetemi perchè, non lo so. Perchè quando fare il lavoro che ami e che sai fare è un continuo percorso a ostacoli e non c'è mai una luce, pensi che non provarle tutte sia folle. Ti senti in dovere, con la società, con te stessa, col tuo ruolo nella catena di montaggio, sei una madre, i tuoi genitori non sono eterni, il tuo compagno è un precario in una condizione surreale, non puoi non tentare.
Eppure.
Eppure tu sei incanalata nella carriera universitaria. Hai una cattedra in un corso di laurea magistrale in una dell università più prestigiose. Sei una ricercatrice che pubblica su riviste internazionali. Che parla ai congressi internazionali dove qualcuno si avvicina e in un inglese fluente ti fa i complimenti perchè segue il tuo lavoro che è interessante. Hai degli studenti ventenni  che porti alla laurea, presenti davanti ad una commissione a volte con fierezza a volte con un calcetto ben assestato nel sedere. Loro ti chiamano prof e alcuni ti guardano con occhi sognanti pensando che un giorno vorrebbero essere come te. E tu ami tutto questo. E tu lo fai con passione. E lo fai bene, perchè quando esci depressa convinta di aver fatto la peggior lezione della tua vita la studentessa migliore del corso viene  farti i complimenti perchè è stata una lezione interessantissima. Perchè dopo anni dalla fuga del tuo primo studente che non ha retto alla tua esigente severità, scopri che lui è un brillante scienziato e ti dice che è solo grazie a te e a quei sei mesi. perchè ti viene un'idea , un'intuizione e poi ti accorgi che è da sempre che clinicamente si fa una cosa senza chiedersi il perchè e quella cosa e quel perchè sono quelli a cui tu stai  cercando di risponere.
Eppure tu il 17 dicembre alle 17.30 ti sei seduta davanti ad un pc in un'auletta di informatca di un liceo della periferia romana per rispondere a 50 domande che  a tuo parere dessero in fondo una valutazione di quella che tu consideri capacità intellettiva, capacità di elaborare, dedurre informazioni, dare risposte. Insieme a persone tanto lontane da te tu hai affrontato quella famosa prova. E l'hai superata. A pieni voti. 1 errore. 2 domande non risposte perchè sei sempre molto esigente con te stessa e in assenza di certezza hai tralasciato, perchè la matematica non è un'opinione e sapevi che era meglio omettere che sbagliare.
Punteggio: 46,5/50.
Test terminato nella metà del tempo.
OK Cecilia, ti confermiamo che sei intelligente e la tua autostima è salva.
Si perchè io questo concorso lo faccio per la cattedra in scienze delle scuole medie. Le scuole medie.
E non ho ancora capito se possa essere una prospettiva migliore passarlo o essere bocciata.
Perchè cavolo, insegni all'università, hai passato il concorso da ricercatore al CNR risultando tra i primi 20 su 300 e non passi quello per le medie?
Ma anche: cazzo devi mollare tutto e andare a insegnare alle medie.
E io capisco che se un insegnante delle medie precario da anni leggesse questo post probabilmente si incazzerebbe. e in parte avrebbe ragione. perchè è vero che valutare la capacità logico deduttiva non è necessariamente un buon criterio per valutare un buon insegnante, ma a mio parere lo è per valutare appunto la capacità intellettiva. e se a un concorso del genere si iscrive CHIUNQUE, perchè non è fatto dai precari dell'istruzione ( e io che sono in lista per le supplenze e do ripetizioni perchè il mio precariato universitario non sempre mi paga un pò me ne sento parte) ma da tante persone che tentano perchè è il posto fisso,e se sei precario provi qualunque cosa. ecco io il concorso alle poste non lo farei..ma tendo ad essere selettiva, lo so.
Comunque, ora verrà il bello. Dovrò fare un down shifting della mia preparazione scientifica per poter affrontare i più disparati argomenti della matematica, la fisica, la geografia astronomica, le scienze , la medicina per saper rispondere a domande aperte tra un paio di mesi ma...voglio? Non lo so.
Al concorso qualcuno mi ha chiesto: sei già nella scuola? insegni? E al mio "ahem, in verità sono all'università" le reazioni sono state due: 1. l'occhio impietosito seguito da sguardo ammiccante e pacca sulla spalla 2. l'occhio incredulo e la domanda che ci fai qui?
 Non ho saputo rispondere.
Credetemi snob, l'idea di rinunciare alla carriera che amo per la scuola media è faticosa, parecchio.
Però complimenti Cecilia, sei stata brava pure questa volta, hai visto mai che nella vita...

10 dicembre 2012

#leaveamessage 2012


Eccoci qui, un anno è passato e Chiara di Ma che davvero? anche dalla "lontana" Londra rilancia il #leaveamessage day... ve lo ricordate??? E' iniziato l'anno scorso...ed è stato un successone!!
io ho partecipato e mi è piaciuto un sacco lasciare pensieri positivi in giro per roma con l'idea di diffondere l'ammore e lo spirito natalizio...e quindi potevo non partecipare quest'anno? potevo esimermi? Ovvio, NO. tanto più che quest'anno Chiara ha avuto la brillante idea di associarsi al Meyer, l'ospedale pediatrico di Firenze, per dare ancora più concretezza a quest'iniziativa.
In che consiste? Lo potete leggere qui,
ma fondalmente raccogliete tutti quei piccoli pensieri positivi e felici che con la polverina di Trilli vi farebbero volare in alto, metteteli nero su bianco e spargeteli nella vostra città!! il 14 DICEMBRE...
Potete tenere traccia dei vostri bei pensieri pubblicando on line le vostre imprese con l'hashtag #leaveamessage (vale per twitter, instagram e facebook)....
accorrete numerosi!!!!!!!
ricordate che trovate tutto il necessario, compresi i bigliettini stampabili, sul post di Chiara, cliccando qui.




6 dicembre 2012

Evviva sono nella nicchia!!

Io
Che vivo alla rincorsa del tempo perché NON NE HO
Io
Che amo il mio spazietto mio solo mio
Che l'ho creato e coccolato
Ma sempre
Io
Che in questo favoloso spazietto passo quando posso, quando le parole si affollano e premono per uscire, quando solo ho qualcosa da dire e da condividere, quando ho in mente un suono o un'immagine che voglio buttare li, nel favoloso etere
Io e il mio spazio
Che in fondo ci basta di stare qui
Senza categoria, senza sponsor, senza pressioni
Noi siamo in una nicchia!
Evviva!
E allora grazie a Lucia e basta che ci ha accolti, nel fantastico club dei nicchioni!!
E quanto ne sono fiera !!!!

(traparentesi il fatto che questo post sia rimasto tra dita e tastiera per un mese la dice lunga...ma voi lo sapete, no? )


5 dicembre 2012

Si salvi chi può

Ci giro intorno. Ci sono dentro. Fino al collo. Anche di più.
È la mia malattia, credo.
Quella caratteristica determinante di me che è croce e delizia, mi fa sentire la migliore e la peggiore. Mi logora eppure mi spinge avanti, sempre, nonostante tutto.
Ha infinite sfaccettature, e cambia nome a seconda delle circostanze.
É tenacia e caparbietà ma anche incapacità di accontentarsi e insoddisfazione, è ambizione alle stelle e non sapersi godere il viaggio accecata dalla meta.
Una, poi un'altra, poi un'altra.
Non faccio mai una cosa alla volta. Difficilmente non raggiungo un obiettivo. Generalmente i miei obiettivi sono molto elevati.
L'altro giorno qualcuno mi ha detto : il tuo corpo e la tua mente ti stanno chiedendo di rallentare, devi rinunciare a qualcosa.
-non posso -devi accettare che non puoi essere al massimo in ogni cosa che fai, come professionista, come madre, come compagna, come donna. Hai degli standard troppo alti. Non puoi raggiungerli tutti in tutte queste cose, devi lasciare qualcosa indietro. -non posso
-allora devi accettare che forse quello che lasci indietro é la qualità della tua vita
Effettivamente la laurea in psicologia fa la differenza a volte.
E io non ce l'ho. È resto attaccata al mio schema malsano e all'illusione di poter raggiungere tutto. É il mio malanno. E io non so curarlo.
E forse,sicuramente lo sto trasmettendo ai miei figli.
E io non so se è proprio un male, che questa resistenza caparbia oltre ogni limite mi ha salvata molte volte.
Eppure vorrei imparare. A rallentare. A mettere da parte. A fare spallucce che pazienza, li non ci arrivo.
E a momenti mi illudo di riuscirci. Ma poi.
Non lavoro al mio massimo. Non sono abbastanza efficiente. Non seguo bene i miei figli. Non faccio sport. Non seguo il mio blog. Non vado a trovare le mie zie. Non twitto. Non vado a trovare la mia amica. Non leggo. Non correggo la tesi del mio studente la sera dopo le 22. Non stiro. Non faccio lavoretti manuali coi bambini. Non studio per il concorso. Non do ripetizioni. Non ho iniziato la dieta. Non ho accettato i turni notturni e del fine settimana nel laboratorio analisi. Non ho scritto quel mega progetto. Non ho preparato bene la lezione. Non sto mettendo lo smalto. Non invito spesso amichetti/e dei nani a casa. Non vado al cinema.

Si salvi chi può.

27 novembre 2012

vapori



ho il ferro da stiro alle mie spalle...credo siano anni che non lo tocco. e adesso devo, che la mia fatina non c'è più, e io devo stirare. Ed è una cosa piccola e stupida, eppure mi fa sentire il cuore piccolo. Che in ogni angolo della mia casa c'è un pezzetto di quella piccola donna, che non ci riesco a non pensare che devo ricordarmi di chiederle, che devo dirle, che è una settimana che non la vedo. E non ci pensi che una mancanza possa diventare così grande e presente, all'improvviso. Che non ti lasci più sola, nè di notte nè di giorno. In pensieri sfuggenti, in guardi che sfiorano oggetti, fiori, angoli...di vita. Ci sono cose che sento come lasciti. Quel piccolo rododendro da travasare. La rosellina bianca che sembrava morta e quelle mani d'oro hanno resuscitato. Le olive da raccogliere per seccarle e metterle sott'olio. Il ciambellone...quella ricetta segreta capace di farlo crescere fino al cielo soffice come una nuvola e con il sapore di una merenda  a casa della nonna in un pomeriggio d'inverno. E io non l'ho imparata.
Sono malinconica, e affaticata da troppe cose che il loro verso faticano a prenderlo, che vorrebbero quei cinque minuti di sorrisi e parole sagge di chi sembrava non fermarsi mai...
e invece adesso mi tocca stare qui, con questo stupido ferro da stiro in mano, a confondere lacrime e vapori...
e come si fa adesso?


21 novembre 2012

Gina




Gina. La mitica Gina. Una donna con una carica da spiazzare chiunque. In unmetroecinquanta scarsi, con una nuvola di capelli bianchi in testa ed un cuore troppo veloce. Piedi troppo freddi. Mani troppo fragili eppure capaci di creare e fare. Un cuore grande.
Se mai c'è stata una tata nella mia vita è stata lei. Piombata in casa di  mia madre quasi 30 anni fa. Efficiente, svelta, favolosa. Testarda come un mulo. Era capace di prendersi cura di una casa e di chi ci stava dentro in un modo quasi romanzesco, come quelle governanti che troveresti in un film di James Ivory, e che vorresti tanto in casa tua.
E lei in casa mia ci è tornata, più di 20 anni dopo, per caso. Quando con un nano di pochi mesi  e appena tornata al lavoro full time mi ero ritrovata senza nessun aiuto in casa. Per strani giri ho ritrovato lei, che abitava praticamente di fronte casa mia.
E da allora lei mi ha accompagnata, prendendosi cura di me, dei miei figli, della mia casetta. Ha vissuto la nascita di Lulu, e mi ha fatto trovare un mazzo di fiori in casa il giorno che sono tornata, ha cucinato il suo famoso ciambellone per ogni compleanno di Edo e Lu, e il rotolo alla nutella, le lasagne, le melanzane e qualunque cosa le venisse in mente ogni volta che le andava così. E' stata con noi quando mi sono separata e mi ha aiutata tante volte che ero sola intrattendendo i miei nani mentre dovevo fare qualcosaltro.
E' stata una presenza quotidiana e costante. Lei e la sua testardaggine che la portava a fare sempre troppe cose rispetto a quelle che avrebbe dovuto. Mi diceva "Lo so, ti ho fatto arrabbiare. Ma così non si poteva" E io trovavo le cose messe come diceva lei, le piante spostate, cinque lavatrici fatte e via dicendo. Era incredibile.
Non riesco a mettere nero su bianco la forza e l'affetto che una personcina così ha portato nella mia vita.
Stanotte Gina se n'è andata, all'improvviso.
Io ancora non ci credo. Stavo sistemando casa per non farla arrabbiare e sovraffaticare quando sarebbe venuta stamattina quando mi è arrivata questa telefonata. Ho visto il suo nome sul cellulare e ho pensato che alle 7.44 stesse fuori la porta e vedendo tutto chiuso mi volesse chiedere "Che disturbo? Vado via? Vengo dopo?" con quegli occhi vispi e quella voce squillante che manco una ventenne.
E invece no.
E questo post non so neanche se mi piace perchè non si capisce che persona che era e quanto bene le volevo.
Era una nonna. Una mamma. Una vecchietta che mi ha voluto bene come fossi le figlia che non aveva.
E io non ci posso proprio credere che non mi farà più arrabbiare mettendomi le cose nell'ordine che decide lei o sbucando la domenica mattina con una teglia di lasagne quando ti sei appena messa a dieta.

12 novembre 2012

Tutto a posto e niente in ordine



Eccomi. Più o meno. Che quello che vedete/leggete è quasi quasi la proiezione astrale del mio io che intanto sta facendo altro.
Perchè
Ho la testa piena di pensieri. Densi.
Di quelli che un the caldo non sempre basta. E un bagno caldo neanche. Che poi nei vapori sembra che loro prendano forma, e allora quasi quasi meglio il frastuono là fuori va.
Che la mattina ti svegli così, con un pò di broncio e non sai perchè. Ma poco dopo nel traffico qualche flash ti balena e allora eccoli lì, ancora loro.
Che ancora ti manca, ti manca il tempo. L'aria. Il nulla. Dio quanto ti manca.
Lo baratteresti facilmente, il tempo.
Per passare quei momenti fatti di niente. Di respiri. Di odori. Di umidità che fuori piove. Di parole giocate e sorrisi sdentati. Di racconti. Di giochi. Di baci con lo schiocco.
E quelli di noi, che non ti vuoi alzare tanto è domenica e i bambini non ci sono. Che si può pescare direttamente dalla scatola dei cereali stando ancora a letto che alzarsi non serve. Che ti puoi alzare per scivolare direttamente sotto una doccia bollente e stare lì, ore, in mezzo a quei vapori fatti di nulla.
Avvolgerti in un profumo. E passare il pomeriggio avvolta in una coperta calda guardando serie tv.
Il silenzio in testa. Quello.
Ma c'è il caos. E niente è in ordine. Ma è tutto a posto.
Passerà.
Che ci sono anche quei momenti lì, che la stessa vita che ti sta risucchiando manda scariche dritte al cervello e al cuore. Sei tu. E' la tua vita. L'hai costruita. E sai che è come la vuoi. Che sei dove vorresti essere.
Avessi solo quel giorno in più...


29 ottobre 2012

oggi no

e ci sarebbe un mondo da scrivere.
in una giornata finalmente fredda, ma col sole che ogni tanto arriva improvviso con raggi luminosi e caldi.
Con i pensieri aggrovigliati, i sorrisi nascosti non sai più dove, le lacrime che pizzicano in gola ma che non hanno tempo e spazio per salire su.
Un peso sul petto che ogni tanto ti accorgi che è ancora li', e non c'è fiore di Bach che tenga.
Il sonno che ti manca e sembra rimanere lì, tra occhi e narici.
Che è la testa che non sa riposarsi.
Un bacio non dato, che sa di qualcosa che non è più tanto sicuro si aggiusterà.
L'immagine di quegli occhi vispi e attenti.
Che chiedono domande inquisitorie a cui non sai e non vuoi rispondere.
cosa succede- va tutto bene -cosa vuol dire -perchè
Quelle frasi irrisolte e non finite che restano lì, a mezz'aria, a cercare un posto
Un dove
Un come
E ti sei abituata a vivere senza certezze, credi
A non fare programmi
A lasciar sedimentare
Ma oggi
forse oggi no



23 ottobre 2012

#choosy a chi??

Non potevo esimermi dal fare un commento.
Ne farei uno lapidario se potessi, come molti hanno già fatto in rete, ma invece voglio spiegare.
Che è facile dire che i giovani sono schizzinosi. Che le aule universitarie sono piene. Che si laureano tutti e poi nessuno va a lavorare, Che per fortuna che ci sono gli extracomunitari che lavorano perchè gli italiani certi lavori non li fanno.
E' facile.
Non è del tutto falso, siamo onesti.
Perchè io all'Università ci "lavoro" (e uso le virgolette perchè di fatto se ti pagano 6 mesi su 12 e ti pagano meno di una commessa, senza INPS, ferie, permessi etc non so se si chiama lavoro, ma diciamo di si). E ci sono tanti ragazzi che studiano e non dovrebbero. Perchè dovrebbero fare altro. Tanti. Vengono da regioni in cui per tradizione e per possibilità non c'è modo di andare a lavorare subito dopo il liceo o l'istituto tecnico. E allora li spediscono a studiare. A Roma. La metà + 1 dovrebbero andare a lavorare. lo so.
MA non ci sono solo loro.
Ci sono tante persone, anche meno giovani, che hanno una formazione con i controcoglioni e il lavoro non ce l'hanno. Che vengono sfruttati. Che lavorano molto al di sotto delle loro possibilità.
Non sono i neolaureati viziati di cui parla la ministra dei miei stivali. Sono persone adulte, padri e madri di famiglia, che in questo momento della loro vita e della loro carriera dovrebbero raccogliere dei frutti. Quelli su cui lo stato ha investito e che ora dovrebbero ripagare in produttività. Quelli che uno ogni tanto va all'estero e se ne fa un caso nazionale, e io ogni volta non capisco come si possa stuprirsi di uno che va all'estero quando il vero stupore è nei confronti di chi potendo andare invece resta.
Ecco per quelli varrebbe la pena ricordarsi cosa dice l'art. 4 della Costituzione Italiana (La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.. )

E ricordarsi che il ministro Fornero dovrebbe garantire quel diritto a tutti, non solo a quelli a cui è facile fare una lavata di testa ogni tanto.




22 ottobre 2012

I GENITORI NON LI SCEGLI, CAPITANO



Oggi Edo compie 7 anni SETTE.
Non sono mica più così pochi eh. Cioè lui è un piccolo pensante, esprimente, dialogante. E ti pone di fronte a questioni che ti stende. E non è che puoi sempre fare la vaga, anzi praticamente mai. Perchè alza quel sopracciglio lì, e mette su quel sorriso furbetto, l'occhio vispo. E sta lì. Chiede. Pretende. Esprime.
E poi pare che sia intelligente parecchio, mi hanno detto così, che io ho solo lui di maschio 7enne dentro acsa, che ne so come sono gli altri?
E allora ieri sera mi parlava...
e mi ha detto con tanta naturalezza quali sono i problemi con il suo papà. Che a lui sembra sempre che il papà gli manchi e che vorrebbe stare con lui, poi però quando ci sta si annoia un pò perchè "stiamo tanto dentro casa, come se coi fosse una guerra" E però lui si vergogna un pò a dirlo al suo papà, che ha paura che ci rimanga male.
E così io mi sono presa tutte le sue confidenze, e poi ho pensato. A come poter aggiustare questa cosa.
A come avrei potuto suggerire al mio ex di inventare un modo per stare con i suoi figli. Per l'ennesima volta. A come avrei potuto trovare una spiegazione per Edo. A come suggerirgli di parlare col papà. A come far si che lui non resti deluso.
E poi ho capito che NON POSSO.
Che i genitori non si scelgono. E ce ne sono di migliori e di peggiori. E che i figli imparano. Conoscono. Riconoscono. E amano ugualmente. Superano i limiti dei loro genitori e diventano adulti, nonostante tutto.
E che salvare i propri figli da sofferenze, delusioni e dolori non è la cosa giusta.
Perchè la cosa giusta è stare loro accanto mentre si scontrano con la vita, che capita a volte, non sempre si sceglie.




16 ottobre 2012

CIAO


Succede che tua madre abbia una migliore amica, la compagna di banco, quella storica.
Succede che quelle due amiche sposino un uomo con lo stesso nome, con la stessa barba. F.
Succede che le due amiche abbiano i figli nello stesso momento.
Succede che quei bambini passino tanto tempo insieme, le vacanze, i capodanni qualche volta, serate, pomeriggi.
Succede che le due bambine, C e R, una più grande e una più piccola, crescano insieme, volendosi bene, diventando amiche.
Succede che quelle bambine facciano insieme qualche cazzata da adolescente, e si ritrovino sotto il fuoco incrociato dei genitori.
Ma poi succede che quelle due bambine passino intere serate a ridere, su un'altalena, in riva al mare, davanti ad uno specchio.
Succede che quelle due bambine diventino due donne, tenaci, testarde, e col cuore grande.
E succede che la vita le tenga meno vicine, meno ricche di serate, pomeriggi e vacanze. Che capitino delusioni e dolori, ma anche gioie e nuove avventure, e loro si ritrovino di fronte a un caffè, o tra le urla di bambini in un museo, e sentano sempre di essere vicine.
Succede che la vita le porti anche lontano, che R si ritrovi quasi dall'altra parte del mondo, ma poi nella sua pancia arrivi un microbo che potrebbe nascere proprio lo stesso giorno di C. Ed è una strana coincidenza, che un pò ti commuove.
Intanto succede che le due mamme siano sempre legate, due donne tutte d'un pezzo, due donne forti, due donne coraggiose, loro e i loro mariti F, ancora con vacanze, serate, la casetta in campagna, i nipoti, e la vita che scorre.
E succede che quella vita diventi più difficile, per qualcuno più che per qualcun altro. Eppure succede che resti quell'alone di sorrisi, di forza, di serenità. Di quelli che entri in una stanza e li vedi. Che sai di essere fortunata ad averla respirata quell'aria. Ad averci camminato. Che di persone speciali ce ne sono. E tu le hai avute lì. Come se ci fosse tra voi un sangue, anche se invece non c'è, che quelle donne si sono trovate, non capitate.
Succede che tu non possa mollare tutto adesso e correre lì, solo per essere presente. Per asciugare lacrime. Per abbracciare. Per stringere.
Succede che tu non possa farlo perchè quei 3/4 che restano ora debbano avere il loro spazio, per lasciar andare. Salutare.


E allora tu, la bambina C, scrivi un post sul tuo blog.
Per la tua amica R, per la sua mamma A, per il tuo amico M.
per dire con loro CIAO F.









14 ottobre 2012

Scompensi in fase semiseria e non

Questo é un post ormonalmente scorretto. Che nonostante io sia nella mia camicia da notte di seta nera, dopo una doccia bollente al mio profumo preferito, sul divano a guardare la mia serie tv del cuore e i nani stiano per dormire...io mi sento un cesso.
Si perché i miei ormoni sono impazziti, sono scompensati. Questa deve essere la causa. In parte. Cioè ho la faccia pallida e rovinata. Sono gonfia come un pallone, ho acquistato una taglia di tette e due dei sei chili che avevo perso quest'estate solo respirando. Cioè, anche mangiando qualche dolcetto serale visto che sembro una diabetica in crisi ipoglicemia più o meno tutte le sere. Ho i capelli nella fase della Madonna addolorata, insopportabili. A rischio vado dal parrucchiere ed esco col frangettone della carrá molto elevato. È arrivata la mezza stagione e io non so mai mai cosa mettermi, sono stufa dei vestiti estivi e ho tutti quelli invernali in scatoloni in vari punti irraggiungibili della mia minuscola casa. Ciononostante lui mi ha riempita di cose nuove e io lo amo anche per questo ma ora non so come potrei mettermi una giacca di lana cotta o un cardigan con gli alamari e quindi prevale il senso del cosa cazzo mi metto e dove cazzo metto ora tutte queste cose.Sto iniziando a togliere i tacchi, e questo ovvio mi fa sentire un cesso.
Insomma, il quadro e chiaro, no?
Aggiungerei che IO sono in riserva. Perché sono di nuovo da parte, non ho spazio. E questo mi fa impazzire. Mi fa solo desiderare di uscire dalla porta e andarmene da qualche parte da sola, nonostante mi senta un cesso. Si c'è Lui con me ,e io lo adoro. MA Lui non è il padre dei miei figli. É un uomo adulto c'è è stato catapultato nella vita familiare con due bambini piccoli e a volte difficili che non ha educato lui, che non educa lui e con cui ancora non sa perfettamente come relazionarsi. Il risultato? Fatica. Tanta. Per me, per lui, per loro.bisogna trovare un equilibrio, e ci vorrà tempo. E io so che lo troveremo. Ma intanto io vorrei scappare. Che lui fa fatica con loro e io vorrei che loro fossero diversi. E loro fanno fatica con Lui e io vorrei che Lui fosse diverso. E io nel mezzo. Ed e faticoso. Desiderare il bene di tutti e nel farlo dover scegliere il non bene di qualcuno è faticoso. Che se capisco lui lascio che loro soffrano e se capisco loro lascio che Lui soffra. E io mi sento soffocare. E cosi Lui decide di stare in disparte, e passa mezzore sul divano isolato. e io mi sento di nuovo sola. Perché poi il mio ex marito che lavora così tanto da non poter pensare ai suoi figli e ha anche cambiato lavoro per avere più tempo poi invece ha ridotto i giorni con loro. E così io ho meno tempo. Io e Lui ne abbiamo meno. E ora ce ne servirebbe tanto. E i miei figli soffrono. E pensano che io non li voglia far stare dal padre. Ed é un bel casino. E io mi sento di nuovo incastrata nel tentativo folle di far quadrare il cerchio.
E non sto più dietro a tutto. Ho l'hard disk pieno e la RAM insufficiente, ci vorrebbe un'espansione.
E allora,
Lasciate un messaggio dopo il bip.
BIP

9 ottobre 2012

Merendine e dintorni

E quindi sabato ho partecipato ad un evento organizzato da The Talking Village ed il sito merendine italiane.
Si parlava di merendine, ovvio.
Voi lo sapete, io sono una che ha un livello di capacità casalinga forse anche non così basso, ma la capacità di concretizzare in senso casalingo è pari a ZEROVIRGOLA. Io non ho il tempo. E onestamente neanche troppissimo la voglia eh, che cihoduecentoventimila cose da fare e figuratisemimettoacucinaremanicarettipulirelacasastirarelecamicie. Niente di nuovo.
Motivo per cui durante tutta la survey (che figo mi fa usare questi termini da donna in carriera e scusate se qui e lì ne butto qualcuno che fa molto più chic di dirvi cose come autoclavare,clonare,tesidilaurea...ahem) io avevo fisso in mente questo:
o meglio le scene precedenti in cui una madre superimpegnata per non mandare la figlia a scuola senza dolcetto homemade tenta di far passare una torta confezionata per fatta in casa cercando il punto giusto di sbriciolamento e bruttezza della superficie con un mattarello in mano.
no perchè le FAVOLOSE mamme blogger che avevo intorno ( e quanto è stato bello incontrarle dopo averle conosciute e adorate solo virtualmente ? parliamone) parlavano con nonchalance di ciambelloni, crostate, muffin e brownies...e io...vabbè.
Insomma, ero sicura che sarei stata quella che: eccomi si, io uso le merendine, evviva le merendine!!
E INVECE.
Il briefing (tsè tsè) è stato molto interessante, perchè è uscito fuori che la merenda è importante ma non sempre si hanno le idee così chiare sul come farla, quanto spesso, con quali cibi, cosa è più pratico and so on.
Poi c'è stato il brainstorming (eeh?!?! ;)) che come ha appena imparato Edo a scuola è al tempesta di idee...e lì oltre che di idee c'è stata un pò di maretta...sì che ci sono donne cazzutissime lì in mezzo eh. Prendi mammachetesta per dirne una. Che dicono che lei è una rompiscatole, ma invece. Mi sa che io sono molto peggio.
Perchè di idee intelligenti ne sono uscite parecchie da noi mamme ( e non sto qui a dirvele che poi rischio che Flavia di TTV mi uccide ;) e soprattutto la richiesta di informazioni chiare e attendibili.
E QUI CASCA L'ASINO.
Che Cecilia la biologa si è svegliata e, probabilmente senza cavar fuori un ragno dal buco che per la foga è quasi passata dalla parte del torto) si è ritrovata ad essere una che aveva parecchio da ridire.
E' che io ho capito che io non FACCIO la ricercatrice. io SONO una ricercatrice. Mi si rizzano i peli delle braccia (quando ce li ho ovvio il che è molto raro) quando assisto a superficialità medico-scientifica. E un pò lì é uscito fuori proprio questo, gira molta informazione un po' superficiale che ci porta troppo spesso a posizioni nette non così motivate... sono rimasta perplessa anche di alcuni interventi in loco a riguardo ma devo dire che il campione di supermamme blogger era d'eccellenza, tutte persone che cercano di andare a fondo e nel modo più corretto.
E quindi??
potremmo dire che:
la merendina non è il male. E io ne sono la prima convinta.
(MA non è neanche il bene, aggiungerei io)
Quindi, dal basso bassissimo della mia piccola posizione vi dico cosa penso io e cosa di buono ho preso da sabato:
Che la merenda è u pasto importante e non va saltata, anzi se ne devono fare due: una a metà mattina e una a metà pomeriggio.
Che è importante un'alimentazione varia e nelle giuste quantità.
Che l'attività fisica è importante per tenere alto il metabolismo e non solo MA non è un sostituto di un'alimentazione giusta, che la overalimentazione è un problema reale nei bambini, non sottovalutiamolo.
E questo non vuol certo dire che diobbiamo creare deipiccoli anoressici bulimici che è l'altra faccia della medaglia, di tanto in tanto vedo madri che hanno già instillato il seme del disturbo alimentare in piccole future kate moss...poverinoi)
Che mangiare una merendina ogni tanto non fa male (perchè bisognerebbe mangiare tutto ogni tanto, compresa la frittura.meglio se con olio evo e non di palma ;)) ...perchè lo sapevate che l'olio di palam si usa moltissimo nella frittura di molti molti ristoranti???? )
ma mangiare tante merendine non va bene.
Che bisogna leggere le etichette, ed avere chiaro anche le etichette di quello che prepariamo noi, o compriamo dal fornaio.
Un pasto equilibrato deve contenere tutto : grassi, proteine, carboidrati, fibre. (questo l'ho aggiunto io) (che la dieta si intende varia non oggi un plum cake e domani una camilla, ovvio no??)
Vabbè...mi fermo
ne è uscito rafforzatissimo il mio desiderio di approfondire la nutrizione, che dopo il dottorato in endocrinologia e la specializzazione in patologia clinica non ci sta mica male, no? In fondo di notte non ho ancora tanti impegni ;)

NB E' possibile che da questo favoloso incontro possa nascere un canale informativo nuovo, con un'attiva partecipazione delle mamme blogger  e che possa fornire informazioni corrette e non di parte... stay tuned

Trovate la raccolta di tutti i post a riguardo (e ben più seri di questo ;P) qui:


PS non posso scrivere tutte le parole che ci vorrebbero per raccontare di nuovo che bellissimo incontrare loro:
ondaluna
mammajewel
laura
luciebasta
centopercentomamma
manuacrobata
barbara di oasidellemamme
e tante altre...
mi sa che ci scrivo un altro post apposta ;)



4 ottobre 2012

lettere nel cassetto


La premessa è: sono consapevole.
Di non essere del tutto normale.
Di avere dei grossi e profondi spazi di ansia, insana e folle.
Di possedere la spiccata tendenza alla mania del controllo.
Eppure, io mi preoccupo.
Di cosa potrei lasciare se.
Di chi.
Di come.
E così, anni fa, al momento di affrontare un lungo volo intercontinentale, io ho scritto una lettera.
Al mio piccolo E.
Perchè se fosse capitato qualcosa io non lo avrei lasciato in modo del tutto silenzioso.
Difficile racchiudere in una lettera, per lunga che sia, il senso della vita che vorresti trasmettere ad un figlio. 
Difficile dare il giusto peso a quel "sii felice" che in fondo è l'unico vero insegnamento che speri apprenderà da te. Sopra ogni altro. Contro qualunque pregiudizio, e schema, e formalismo.
Ma ci ho proivato.
E da allora ho continuato.


E così nel mio cassetto , ci sono ormai quattro lettere.
Una per E, il mio ometto.
Una per L, la mia piccola principessa.
Una per la mia mamma, perchè è lei che vorrei si curasse dei miei piccoli.
E una per Lui, che lo sa che è Lui, ma vorrei lo potesse sempre ricordare.
E chiamatemi folle, che poi lo so che lo sono, ma questo è. E a me piace così :)


2 ottobre 2012

Imprinting



Che siamo delle spugne, in fondo. Assorbiamo la vita che ci scorre intorno: abitudini, movimenti, pensieri. Impostazioni. Cosa è giusto e cosa no. Come. Quando. Perché.
E succede che la vita ti chieda un cambiamento. Per la sopravvivenza. Per la serenità. Che provi, insistentemente, a suggerirti che quello che hai assorbito forse per te non è così giusto. Che c’è altro. Un altrove. Un diversamente. Un possibile.
Lo annusi. Ti rende leggera. Ti ci tuffi.
Rifletti. Scavi. Rimugini.
Smonti. Metti tutto in fila.
Questo sì. Quello no.
Ricostruisci.
Un’altra possibilità.
Un’altra te. Più vera. Più giusta. Giusta per te.
Muovi passi incerti, eppure sei forte. Sei più nuda di prima ma ti senti meglio.
D’improvviso è come se quei tentativi che hai, promesse, accenni, pochi e fragili, contassero molto più di tutte quelle certezze che hai avuto addosso da sempre.
E lo sai che hai paura. Ma sai che andrà bene. Deve.
Perché sei tu. TU.

Poi. Arriva un giorno e ti ritrovi lì, di nuovo. Incastrata.
E c’è quel modo di cui sei intrisa che è di nuovo lì, appeso ai tuoi piedi come una zavorra.
E sapere dove ti trascinerà non basta. E’ un istinto, forza la mano, nasconde la tua essenza. Ne sei imbevuta fino al midollo, che è così che sei cresciuta.
E sei di nuovo in lotta. 
Che certi errori li conosci, ma per non caderci ci vuole cura. Quella di te.



28 settembre 2012

FIORI DI BACH e mal di stagione


Non si vede e non si sente. Che il cielo è terso e l'aria calda. I piedi nudi nei sandali, ancora. E le gambe scoperte. Le foglie gialle per terra spazzate via dal vento. Non è ancora quel lungotevere giallo che scricchiola sotto i piedi, come di quel ricordo nitido. Di pomeriggi passeggiando con mia madre, noi due da sole. Con l'ombrello in mano, giusto nel caso in cui. Il pranzo a via Frattina. Il centro di Roma, avvolta da quei colori caldi e magici.
L'estate non vuole più andare via, lo ha detto oggi il mio saggio E.
Eppure l'autunno è arrivato, lo sento nelle ossa. Mi fa pensare che i fiori di Bach forse me lo toglieranno quel vuoto nello stomaco che arriva d'improvviso. Anche se poi chissà, funzionano? Ricordo di notti insonni e piene di lacrime, quando tutto era buio e troppo difficile, e di quelle gocce prese con la sete di serenità, come se.

Ora la sensazione di luce soffusa. Il desiderio di una tazza calda di thè, col miele che ti si scioglie in gola. E una tuta comoda che non ti va di pensare a cosa metterti, che non ti va di pensare e basta. E quello stato di nervosismo latente, che da frenesia dell'inizio si è striato di stanchezze, di consapevolezze. Che non hai tanta voglia di resistere, ancora. A un milione di attacchi che vogliono risolverti con la pretesa di averti capita senza ascoltarti. Alle frasi banali. Ai consigli non chiesti. Che poi con le mani affondate nella tua vita ci sei tu, a districare i pensieri, a lucidare i sorrisi, a calmare le paure. A mettere da parte, che il tempo aiuterà. Le cose si assesteranno. Loro cresceranno. Questa società ti darà un posto e uno spazio.


Nel frattempo, vivi.



19 settembre 2012

#INCONTRI

ve l'avevo detto a cosa mi stavo preparando. Di quelle cose che capitano quando si crea un circolo empatico. Che ti ritrovi con persone che non sai proprio bene che viso abbiano, se siano alte, o basse, o magre, o grasse. Che forse neanche sai che età abbiano. Ma conosci i loro sogni. Le loro paure. Sai quasi sicuramente quali parole userebbero con un bambino. Quale posto chiamerebbero casa. Per cosa verserebbero una lacrima. Quali pensieri spesso fanno loro compagnia la sera, o la mattina appena svegli. Accade anche che una di queste persone invece la conoscevi già. E poi vi siete avvicinate. Così vicino da sapere che sarebbe davvero strano tornare indietro, che ci sono biochimiche che non decidi.
E succede che tutte queste persone si ritrovino, un giorno. Che una mattina ti svegli e sei emozionata come una bambina, che si chiede come saranno, cosa penseranno. Che sceglie i vestiti, che spera ci sia il sole e che tutti si comportino bene.

E così, c'è stato il sole. E abbiamo mangiato in giardino. E i bambini hanno giocato.


E abbiamo chiacchierato. E ci siamo abbracciati. E bevuto il caffè a casa di appuntiditito.
E forse i nostri cmpagni/mariti/mogli ci avranno presi per matti.
O forse li abbiamo solo contagiati.
Perchè lo vogliamo rifare. Perchè una volta non basta. Perchè c'è la francia di biancume, con una piscina molto grande e accogliente.
E c'è un'altra Italia ancora, di mammajewel. Con quasi tre gatti e un'altra piscina.
Perchè c'è una vicinanza che 140 caratteri non bastano, non sempre.

Incongruenze

Giornate che il rumore della pioggia non capisci se sia lui che fa da sfondo al tuo stato d'animo o viceversa. Che i pensieri fanno lo stesso identico ticchettio, convulso a momenti, poi in apnea, giusto il tempo di riordinarli, prima di un'altra serie, crescente.
Giornate in cui il caldo dell'estate sembra così lontano, che tutti quegli ossicini doloranti di raffreddore e starnuti manco sapevi di averli. Che la testa sembra bollire, e non solo di febbre, ma di vorrei, e potrei, e chissà. Peró poi.
Giornate senza tempo, che dietro a quel cielo grigio chissà se si nasconde un mezzogiorno o l'ora del the.
Giornate che arrivi a casa e in mezzo al fumo di una doccia bollente al profumo di lavanda ti riconcili col mondo. Che infili qualcosa di largo e comodo e ti butti sul divano. Che chiudi gli occhi e pensi che quel silenzio è d'oro, e che il rumore che ti fa impazzire ogni giorno di vocine acute tra risa e lagne che si inseguono in questa casa troppo piccola un po' ti manca. Ma è solo un pomeriggio e una notte, e domani ripenserai che vorresti solo un po' di silenzio. Che ormai sei una e doppia, donna e mamma, sempre.

14 settembre 2012

incontri che sfidano la pioggia: preparativi



io non ve l'ho detto perchè sono latitante che manco fossi un boss mafioso...ma domani è un gran giorno. Domani incontrerò due favolose amiche bloggers (baby a bordo e biancume )  ed un amico. Che chiacchieriamo su twitter, e sui blog. Epure negli occhi non ci siamo viste.. E' capitata un'occasione e l'abbiamo buttata lì, e adesso ci siamo. E saremo noi, e tutte le allegre famigliole. 6 nani. 8 adulti. Un pic nic. MA avete presente il diluvio universale, quello che salvate un maschio e una femmina per ogni specie che il Sinore si è arrabbiato, la colpa non è vostra e i due liocorni??? Ecco, è da ieri che va così qui a roma. E allora ciaociao villa ada. ciaociao picnic. E io continuo ad organizzare e non demordo...che mica ci fermerà la pioggia a noi eh?? Male che va ci buttiamo tutti a casa mia, solopostiinpiedi, tipo autobus, che in 14 in 50 mq la vedo l'unica opzione possibile. ma che ci frega. Come ho scritto, mi bastano la mia nikon, due sedie e un pò di spazio...e se proprio proprio ci scappasse pure un raggio di sole...sarà di nuovo estate :)

12 settembre 2012

E' vita

quante parole entrano in un pensiero compiuto?
e quante ci girano intorno, prima di trovare posto, il loro posto?
e quanti pensieri invece non sano prendere corpo in parole?
le paure, le emozioni, quel morso allo stomaco che lo senti lì la mattina ma non capisci cosa ci stia a fare.
quella strana sensazione di tanto in tanto, che l'aria che hai intorno non sia abbastanza per il bisogno che avresti.
e poi arriva in un attimo,c'è un qualcosa che prende corpo in una frase, in una notizia;
a volte è qualcuno che ti dice che è andato tutto bene, altre volte invece qualcuno che ti dice che tutto bene non va, e tu ti ritrovi a sentire nelle orecchie solo i battiti del tuo cuore, nel petto un pugno, forte, e lacrime calde che non ne vogliono sapere di stare al posto loro, che vogliono uscire violente in singhiozzi da bambino
per dare voce e vita ad ogni emozione che non avevi saputo riconoscere.
Eccole lì, ecco perchè. A chiederti di misurarti. Che la quotidianità e la sua banalità ti avevano distratta. e invece c'è di nuovo forza da trovare, abbracci da dare e lacrime da asciugare.
E' vita, in fondo, cosa farne poi si vedrà.

7 settembre 2012

La biondina del mio cuore

immagine presa dal web


E' stata una parte delle mie vacanze. La seconda parte. Quella in montagna , che non è troppo nelle mie corde. Quella in un paesino, io che sono un'isterica metropolitana. Eppure è stata la parte migliore. Quella con lei. La mia biondina. Che quando eravamo piccole giravamo sullo stesso motorino, stesso modello, stesso colore, scritto con un uniposca bianco o dorato, che si sapesse che eravamo come sorelle; cantando a squarciagola. Stesse canzoni, stesso cuore. Una mora (io) e l'altra bionda (lei). Inseparabili. Che quando partivamo facevamo una valigia in due, che tranne le scarpe (lei piedino da fata io un pò meno) e i reggiseni (io un pò più che meno, lei un pò meno che più) avevamo le stesse taglie. E c'era quella complicità senza fine, Quella di quando hai gli anni che finiscono in "teen" ed è tutto bello e una scoperta. Anche se ci sono cose brutte, che in due però sembrano più sopportabili. Quell'età delle uscite sotto la pioggia in due in motorino a raccontarsi dell'ultimo amore. Delle telefonate chilometriche anche se ti eri lasciata da poche ore. Dei pomeriggi di studio per preparare la maturità. Delle uscite in quattro. Della patente. Della musica, e le prime discoteche del sabato pomeriggio, che c'era il lui di turno che faceva servizio d'ordine e ci faceva entrare gratis. Quella delle notti nella stessa camera a chiacchierare fino alla mattina dopo. Quella in cui sembra incredibile che ti accadano così tante cose in contemporanea, sempre insieme...noi due. ci siamo riempite di bigliettini, e lettere, e scritte sul diario. Abbiamo cambiato scuola per ritrovarci compagne di banco.E abbiamo litigato, e fatto pace. E ci siamo tenute la mano. E abbiamo riempito giornate di sole e di risate.
E poi è capitata la vita. Il suo trasferimento, e lunghi viaggi in treno, e lacrime alla stazione, ogni volta. Chiedendoti come farai, e aspettando la prossima occasione per ripartire.
E oggi sono passati 9 anni dall'ultima volta che sono salita su un treno per correre da lei. E 3 dall'ultima volta che lei è corsa da me. Ma è bastato un attimo. Per vivere di nuovo vicine, e non importa se abbiamo quattro marmocchi, un marito, un compagno, un ex marito, un cane. Una casa sottosopra. Tanti pensieri. Poco tempo. Perchè il cuore è sempre quello. E le lacrime sempre quelle, che ti dicono che quel posto lì non cambierà mai, che è suo, della biondina del mio cuore.



1 settembre 2012

Come i ricci

È che essere mamma non è facile. Che a volte sembra di non farcela e che tutto l'amore che hai non ti basta, perchè vorresti silenzio e tregua. E avere una vita non è facile. Che Lui lo hai aspettato da sempre, e vi siete trovati e persi e ritrovati. E a costruire un noi ci avete messo una vita. E a trasformarvi in una famiglia che ha radici diverse ancora ci state lavorando. E pensi che se è difficile per te figurarsi per Lui, che quell'amore innato e viscerale di un genitore non ce l'ha. E una vacanza di contatti stretti stretti che non ha buchi di respiro in solitudine ti trasforma in una corda che a certe pizzicate poi .. E tu nel mezzo. Tra la madre e la donna. Tra l'istinto di proteggere chi il tuo sangue ce l'ha, e non vi siete scelti ma tu lo sai che un amore più grande non esisterà mai, e quello di rimanere dalla Sua parte, e proteggere ció che avete scelto e che è l'amore di una vita. E tu lo sai che non potrai mai scegliere da che parte stare, che ne esiste solo una, senza possibilità di appello.
Eppure sei a casa. Eppure quel calore lo senti. Che a volte le cose bisogna lasciarle andare, e avere fiducia. Che quella mano grande e forte imparerà come sostenere quelle manine, guardandosi negli occhi, abbracciandosi, scrutandosi e incastrandosi nel loro gioco di tira e molla, tra aculei pungenti e sfiorate di naso. Che l'equilibrio lo troveranno loro, insieme. Il gigante e la bambina. E tu lo sai.

8 agosto 2012

L'avventura più grande

La mia amica E è in travaglio. Ora. A 680 km di distanza lei sta diventando mamma. Lei che ha ancora certezze su cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Sul fatto che ci sia UN modo per fare alcune cose. Che ci sono delle regole che vanno rispettate sopra tutto. Lei che è stata la mia testimone di nozze e che ha vissuto malissimo la mia separazione. Lei diventa mamma. e mentre sono qui, in un paesino in mezzo ai monti con un'altra amica, quella del cuore per intenderci, penso a cosa vorrei dirle e augurarle. Ed è che alla fine, nonostante io sia spesso e volentieri impegnata a difendere il diritto di non essere solo mamma, essere mamma è un'avventura grande, unica, imparagonabile. Diventare mamma è un'occasione. Quella di misurarti oltre te stessa. Di scoprirti. Di superarti. Di costruirti. Perchè la verità è che quando diventi mamma non sei più sola e non puoi più raccontati storie. Ti ritrovi nuda di fronte a un essere che ha bisogno di te, alle tue incapacità, a dei ritmi nuovi e diversi, a esigenze nuove e allora devi scoprire e inventare. Devi scavare per trovare ogni volta una nuova soluzione che non è giusta o sbagliata in assoluto ma solo per te e per tuo figlio. Scopri che il mondo è vario, e che ci sono infinite soluzioni, ognuna giusta a modo suo. E questo ti rende davvero forte. E capace di essere mamma, imperfetta e unica. Perchè la verità è che quando diventi mamma scopri che sei imperfetta e questo si che da i superpoteri, quelli che solo una mamma. Che è quell'imperfezione e la coscienza di averla che ti rende capace di modificarti e plasmarti su e con tuo figlio. Di conoscere i suoi e i tuoi errori e perdonarli per andare avanti un pó più saggi e un pó più grandi. Di scrollarti di dosso dogmi e certezze che solo chi non si sente arrivato conserva la curiosita di cercare e scoprire, e non smette mai di trovare. E allora amica mia in bocca al lupo, a te e al tuo cucciolo nella vostra fantastica avventura

1 agosto 2012

Quando l'estate

Quando ti svegli la mattina presto per il troppo caldo. Che il sole non è ancora alto ma l'aria è densa. E allora cammini silenziosamente per una casa che ti ospita pur non essendo completamente tua. Tra respiri pesanti che sanno di sogni. E luce che filtra ancora timida. E ti fermi come un ospite che non vuole disturbare e li guardi. Da lontano. Uno per uno. Piedini abbronzati che lasciano intravedere una pianta molti toni più chiara. Mani socchiuse in pugni che sembrano ancora delicati e leggeri. Capelli arruffati in boccoli su nuche umide di quel profumo che solo un bambino. E quelle bocche imbronciate che sbuffano aria calda e sogni. E braccia più forti che solo a guardarle ti senti sicura. Un corpo che sembra fatto apposta perchè tu possa incastrati in ogni angolo, come due ingranaggi. E pensi che questa è l'estate. E che hai fatto tanta fatica per arrivare qui. Tra strette di denti e stanchezze. Tra mille vorrei ma non posso che il tempo non basta mai e qualche volta le forze neanche. Ma adesso. In questo momento. Che senti quel filo d'aria ancora fresca che ti sfiora la pelle. E la vedi la tua vita felice che ancora sonnecchia. Adesso è solo il momento di sorridere e sentirti a casa, ovunque sei.

17 luglio 2012

tipo...e vabbè



cercavo di scrivere un tweet, ma 140 caratteri sono pochi. perchè latito come al solito. e vi spiego , di nuovo, perchè:
tipo che tra 7 giorni 7 discuto al mia tesi di specializzazione. la conclusione di un percorso a ostacoli di 5 anni tra lavoro, esami, figli, gravidanza, separazione, riaccoppiamento e vari vari cazzi. e la tesi l'ho consenata. e c'erano degli errori. e tipo che ogi la volevo stampare. ma devo correggere gli errori. e vabbè.
tipo che devo formare il contratto nuovo. non a roma ma a Latina. e mi dovrò prendere un giorno epr farlo. ma dveo lavorare. e preparare la tesi. e vabbè.
tipo che devo finire un lavoro, entro 2 giorni. perchè la mia capo va via. e bisogna finire prima. e bisogna organizzare anche tutto per il dopo capo. cioè quando rimango da sola. e mi ritrovo a gestire un gruppo, un laboratorio. e non vedo l'ora sono gasata. ma ora ..e vabbè
tipo che devo informarmi per la partita IVa, che ho avuto un'occasione e da settembre forse comincio un altro lavoro. e vabbè.
tipo che dveo discutere di nuovo con quel coglione avvocato di sotto. ceh ieri dovevamo iniziare i lavori. e lui ha cambiato idea. e la ditta ha cambiato il prezzo. e bisogna scrivere. e telefonare. e litigate. e vabbè.
tipo che devo organizzare le vacanze. che tra 10 giorni 10 partiamo. e c'è da pensare alle cose da portare, trovare la macchina, chiamare la mia amichetta della montagna. fare la spesa per Edo. e vabbè.
tipo che edo e lu sono in zona neutra, no centro estivo, no scuola. nonna, mamma, appaà. ed è un pò un delirio. e dovrei seguire lui sui compiti. e lei va raddrizzata che sta diventando peggio di un'adolescente impunita da uccidere. e vabbè.
tipo che la mia amichetta incinta partorisce tra meno di un mese e io ancora non ho fatto lo shopping come dico io per il nano e poi parto e vabbè
tipo che le mia amiche 1.0 tra poco mi mandano i carabinieri e quelle 2.0 pure, e vabbè
tipo che mi è arrivata nonabox e anche alla mia amichetta evviva evviva è stupenda e ci voglio scrivere un post..e vabbè
tipo che ho cercato di affogare tutto ciò nella frivolezza estrema ultimamente ma mi sa che nn ci sono riuscita...e vabbè
tipo che dovrei pranzare ora, e mi sono appena accorta che io pensavo fosse formaggio e invece è yogurt...con l'insalata...ma che in francese fromage frais vuol dire yogurt?? O.o e vabbè...
tipo che dovrei controllare gli errori di battitura e corregerli, lo so....e rileggere i post prima di pubblicarli...e vabbè.
tipo...che come dice @bismama aspetto il week end, e chissà che succede.



PS Mi manca il blog e il tempo di mettere nero su bianco i pensieri che in questo momento quindi sono particolarmnete affollati.
mi manca leggere tutti li altri blog. e ancora nn ho guardato quelli della caccia al tesoro e mammamia che disastro
però sto bene, eh.
sul serio.
passo.
cià


5 luglio 2012

AIUT




Io dovrei lavorare. Dovrei chiudere i lavori che ho per le mani. Pubblicarli.
Dovrei felicemente studiare per gli ultimi esami della scuola di specializzazione che mi ha impegnata negli ultimi 5 anni. Una fatica boia. Da sola, con due bambini piccoli. Lavorando. Non ci pensiamo.
E dovrei preparare la tesi e la discussione, ed esserne felice, e godermi il momento che cazzo ceci brava, ce l'hai fatta pure 'stavolta.
EINVECE.
E invece non ho voglia nè di fare l'uno nè di fare l'altro.
Avrei voglia di staccare la testa. Di andare via. Di dormire. Di spegnermi.
Non è un buon segno, lo so. E' quella sensazione che dai e dai alla fine le tue fibre stanno cedendo.
E' uno stato un pò depressoide, quello in cui ti senti sopraffatta e pensi che non ne puoi più, e vuoi solo spegnere la luce e non fare niente. E non te ne frega poi tanto di un cazzo, perchè alla fine ti senti solo esaurita, consumata, scarica.
Lasciatemi in pace.
Non ditemi più quanta merda c'è intorno.
non venite qui a staccare la mia mano da ogni fragile appiglio che trova. A dirmi che tanto crollerà pure quello. A non offrire mai soluzioni. A distruggere senza costruire. A concludere con un "non lo so, davvero, è un gran casino". Che lo so da sola.
e se ogni tanto scelgo di far finta di niente è solo per sopravvivere.
E cazzo, lasciatemi sopravvivere. Lasciatemi far finta di niente.
Lasciatemi pensare che in qualche modo arriverà una soluzione. Che il mio tanto dannarmi e perseverare servirà a qualcosa. che verrà premiato.
Lasciatemelo pensare che io prima ero lì a scervellarmi perchè in fondo ho un problema serio:
io questo lavoro lo so fare. anche abbastanza bene.
io non so fare altre cose. Che si c'ho mille risorse. E si sono una resistente. e in gamba.
e si, mi diverte scrivere. si, mi diverte fare le foto. si, so disegnare, si, ero abbastanza fantasiosa. si, sono intelligente, e veloce. E allora che mi invento???
AIUTO


Questa è LA mia canzone. ha accompagnato tutti i momenti più bui della mia vita  e cullato ogni mia lacrima. non so fare a meno di ascoltarla quando sono giù ed è catartica...giusto un minuto e mi riporendo eh...

E scusate, lo so che vi sto ammorbando...è un periodo decisamente down...

4 luglio 2012

Independence day...e le possibilità di essere


La sensazione è quella di essere nella nebbia, e in un posto stretto. Di essere ormai quasi abituata, come quando li occhi si abituano al buio e tu comunque hai l'impressione di vedere bene. Poi se qualcuno accende la luce dici "cazzo come è buio". Ok. e se qualcuno ti fa alzare un pò la testa vedi che sei nella nebbia, e se qualcuno allarga le braccia vedi quanto è stretto il tuo buco. Ecco. Io sono in questo buco stretto. Perchè c'è questa parte della mia vita che proprio proprio pare che non ce la fa. Che per quanto io mi ostini, e mi agiti, e mi impegni poi alla fine sono sempre lì, in un immobilismo sconcertante, tanto più per una come me che del moto perpetuo ha fatto il suo stile inconfondibile di umori ed esistenza. E se da una parte si sente al posto giusto, nella vita giusta, quella che voleva perchè è incasinata e ammaccata e faticosa ma vera e piena e col cuore gonfio, dall'altra si sente sempre spallata e stanca e "ma come ci sono finita e come ne posso uscire?" E viviamo un momento di crisi profonda lo so. Che non è tanto la crisi del non avere i soldi per quanto la crisi tragica, deprimente, frustrante delll'impotenza. del non poter tentare. del non avere posto. della trasparenza. io ad oggi sono una persona socialmente e lavorativamente trasparente. e tutto il mio affannarmi non serve a nulla. E più ti attacchi col tuo sfrenato ottimismo a qualche appiglio ( e lo avete letto nei miei post precedenti) e più arriva la mannaia dell'ultima novità, l'ultima riforma, l'ultima regola. Che al di là di ogni tua capacità di resistenza e sopportazione, di entusiasmo e perseveranza, di tenacia e talento, non ce n'è. NON CE N'E'. Fors epuoi solo decidere quando staccare la spina, forse. Se oggi, o domani, se qui o lì. Forse.
E allora poi c'è questo mondo, che è diventato il mio rifugio. Perchè qui io ancora posso. Posso scrivere e avere chi mi dice brava e chi mi dice fai cagare. posso incontrare persone e avere indietro amicizia e affetto o indifferenza. posso/potrei se ne avessi il tempo, cercare di far parte di qualcosa. Giocarmi delle carte. inventare.
E allora in giornate così mi chiedo se davvero non valga la pena cambiare strada. fare una valigia e lasciare il vecchio per il nuovo. Da pensare, progettare, rischiare. Questo non mi ha mai spaventata. Iniziare una cosa nuova è sempre stato stimolante per me. E anche solo POTER fare, anche per poi dire non ne sono stata capace. Ma provare.
E' questo che mi manca, immensamente. La possibilità. Chiederei quella più di ogni altra cosa. Non un posto, non uno stipendio, non una garanzia. una possibilità, reale, concreta, pulita. in cui misurare me stessa.
Che io debba cercarla altrove?



3 luglio 2012

BOH parte 3...e quindi? like a rolling stone..

Oggi è tornata la portantina del dipartimento in cui mi trovo. E' una donna sulla cinquantina, tanto carina, e spesso ci prendiamo il caffè, io,lei, la segretaria del prof e la mia capo. E mi dice : come va? e si riferisce al fatto che la mia capo va via...e io le ho risposto la verità: bene dai, resisto. perchè io sono una resistente. Lo so. Lo so dalle mille cose della mia vita, e dal fatto che io mi trovo sempre a fronteggiare situazioni in cui devo resistere. Nella lunga storia tra me e Lui io mi ero fortemente attaccata a questo simbolo qui


è l'ideogramma cinese che sta per REN, che vuol dire "to endure".
"The character “Ren” (忍, forbearance) is composed of the element “xin” (心, heart) which represents the meaning, and the element “ren” (刃, knife blade) representing the sound  ”Ren” which means to endure, to forbear, and to tolerate. It also contains the connotation of self-restraint and self-control. The character “Ren” (forbearance) is formed by placing the “knife” over the “heart,” as if implying “Ren” (forbearance) is not easily achieved by ordinary people, but requires a higher level of cultivation, discipline, and will." (http://talesofwisdom.com/2009/08/the-chinese-character-ren-%E5%BF%8D-forbearance/)
E volevo tatuarmelo.
Poi mi sono anche rotta i coglioni di resistere e non l'ho tatuato. Ma invece forse....tanto pare che non ci sia granchè tregua per me. E allora resisto.
Che vuol dire??? Vuol dire....che lo sapete che la mia capo va via (BOH parte 2) e anche che io sono un pò diciamo in riflessioni varie (BOH parte 1). E che capperi non so che dveo fare, di me e della mia vita, forse soprattutto perchè non ho elementi a sufficienza, che ne ho tanti ma confusi .
Il giorno dopo la lieta novella della partenza imminentissima della mia storica capo, passata l'onda del wow che figata e in fase cazzo che stronza, io ho mandato un curriculum, in un posto. Che mi hanno detto è un posto figo, fanno cose fighe, prova. se per caso sono inetressati è un'occasione.
E vabbè...proviamo. Tempo due ore dalla mia mail mi convocano per un colloquio la mattina dopo. Che ovviamente era la mattina della pagella del piccolo edo. E la mai prima reazioen è stata :non posso, ho la pagella!  poi di fronte a me c'era la mia amica quella che sei una cogliona non pensare a queste cazzate vai, e io sono andata. ed è andata bene. nel senso che loro mi hanno detto "beh, ora tu pensaci e facci sapere cosa decidi" E la mia amica che mi aveva dato il contatto tipo così O.O cioè ti hanno detto che sei tu che devi far sapere a loro????? Se non dici di si io non ti voglio mai più sentire, questa è un'occasione!!
e quindi, direte voi, bene no??
Si ok, in prima battuta ero a mille. Poi un pò di ansia. Poi divorata dallo stress.
<perchè ve l'ho messa giù un pò facile.... e invece, ecco i dettagli su cui riflettere.
tipo:
-ora esattamente cosa fa lei? Il dottorato ce l'ha già?
-beh ecco, si. il dottorato l'ho preso SETTE anni fa, poi assegnista di ricerca per 5 anni...ora sono con un contratto in scadenza e ho fatto domanda per un assegno di ricerca. ma sa, sono una di quelle figure un pò critiche ora all'università, dovrei diventare ricercatore...
- eh si, cero io una garanzia sul futuro non te la posso dare ma sai quei 1000 € al mese per i rpossimi 3-5 anni li trovo dai
-si certo...ma che tipo di contratto? i co.co.co non si possono più fare
-vabbè dai poi quello si vede, contratti, borse di studio.. ma tu quindi che tecniche sia fare? tutte queste?
-si certo...più o meno tutto tra biologia molecolare e cellulare, e lavori in vivo..
-ah si, ma sei di Roma? no perchè noi siamo tutti di fuori. E beh, poi c'è una cosa, qui serve la reperibilità , anche notturna, se c'è da fare i trapianti..
-si certo..

Avete letto il colloqui con IL PROF.
E ora io vi dovrei spiegare che nei mie 12 anni di carriera io sono cresciuta  e parecchio. che faccio la ricercatrice e certo che so fare tante tecniche e che io lavoro al bancone, e i piace anche MA io faccio molto moltissimo lavoro di testa. studio, scrivo, progetto. Elaboro. Ho un gruppo di studenti e dottorandi che formo e lavorano con me. Sono al responsabile di un gruppo di ricerca. Che è diverso dall'essere la biologa in un gruppo di medici che devono afre tanta clinica e hanno biogno di uno che si smazza il lavoro sperimentale h24. Io quello l'ho già fatto. Ho fatto, appunto, al dottoranda. Circa 10 anni fa. ed è stato bello. L'ho fatto con amore e passione e dedizione. Di lavorare il sabato e la domenica. e di staccare i punti degli esperimenti a mezzanotte. Adesso anche no. Perchè mi posso sempre organizzare, non è solo perchè ho anche una vita, perchè ho anche due figli che si ce li ho, e se penso a loro non mi sento una cazzona che non è interessata al suo lavoro. Ma soprattutto perchè ho quasi quarant'anni e l'epoca in cui fare tutto questo per scarsi 1000 euro al mese  perchè poi forse magari chissà potrebbe essere che ti diano un posticino tra 5,6,7 anni, ecco,quell'epoca è passata.
E questo gruppo fa delle cose molto fighe e molto interessanti, davvero. di quelle che aggiungono un quid al mondo. Ma sono sicura che c'è posto per me? Che il gioco vale la candela?
non lo so.
non lo so
non lo so.
Mi ci sto arrovellando il cervello da dieci giorni e non ne vengo a capo.
L'alternativa è restare dove sono e giocare a fare la ricercatrice a tutto tondo per un anno sicuro. ( e in tutto ciò il colloquio per il mio assegno è tra una settimana, e io ho tutte le carte per vincerlo). E vedere che succede. e guardarmi intorno. E cercare un'alternativa che sia giusta sotto tutti i punti di vista.
E forse alla fine c'è solo che le valutazioni sono tante, e che solo ciascuno di noi sa veramente quale valore hanno le cose nella propria vita, perchè la vita è fatta di momenti e di giornate e non solo di mete, ceh come ha detto qualcuno è il percorso che conta, e io dico si, conta anche quello.


PS Nel frattempo ho chiesto un secondo colloquio per capire bene i termini economici e temporali della cosa
PPS Nel frattempo è uscita un'altra mezza occasione di tutt'altro tipo, in un laboratorio analisi, che pur sempre patologa clinica divento e magari mi piace anche
PPPS Proprio la mattina del giorno in cui la mia capo mia ha detto dei suoi piani il nano Edo mi aveva dato una lettera per lei, in cui le diceva che non poteva farmi lavorare così tanto...e l'altro pomeriggio in uno slancio di "pancia" ho chiesto ai meii figli cosa ne pensassero se sarei stata più con loro l'anno prossimo? perchè ecco...l'idea mi piace, di essere autonoma e gestire il mio tempo in modo intelligente cercando di non penalizzare nulla...
PPPS mi sa che al posto di ren, che alla fine vuol dire più pazienza che altro, mi tatuerò qi, che invece vuol dire energia. E' proprio proprio quello che stavo cercando...


In italiano non esiste un vero e proprio equivalente
per il termine cinese "qi", l'energia spirituale tradotta letteralmente come un "vapore" che costituisce
tutte le materie, compresa la vita umana.
Il carattere superiore di "qi" significa respiro
mentre l'ideogramma inferiore e' quello utilizzato
per indicare il riso.
"Qi" rappresenta dunque per i cinesi il soffio universale della vita che ci permette di esistere
e di sopravvivere, un elemento essenziale quanto
il riso nella dieta dei cinesi.


presentami un blog, eccomi!

Ecco appunto, visto che io al mammacheblog non ci sono andata, e che non sono manco riuscita ad incontrare mammajewel, questa favolosa iniziativa di mammafelice non potevo proprio proprio perdermela!!
e allora, per chi non mi conosce, eccomi qui:
CHI SONO: cecilia, aka @cily75, donna frenetica e irrequieta, testarda e con una vita piena piena piena. Mamma di due nani di 6 e 4 anni, separata (bene) e riaccoppiata (meglio), al centro di un costante rimodellamento di una famiglia moderna in evoluzione. Ricercatrice appassionatissima in eterna lotta con la precarietà e anche qui in continua evoluzione. mi piace fare tante cose nonostante abbia il tempo per meno della metà, e quindi io...mi ingegno. Chi si ferma è perduto!!
Il MIO BLOG: Ragione, sentimento e caos; direi che il nome la dice tutta, no??? é un semplice (ahahah) diario di bordo dei mei millemila essere e divenire, tra cui quello di mamma, di compagna, di ex moglie, di riceractrice e di donna. E' ancora in una fase embrionale, visto che ogni tanto mi viene in mente di aggiungerci un pezzo ma poi tra il dire e il  fare... e quindi l'obiettivo è solo quello di lanciare nell'etere i miei numerosi pensieri più o meno leggeri e vedere dove vanno, e fino ad oggi è una cosa che mi è piaciuta molto!!! Scrivo nei ritagli di tempo e di getto, con imperdonabili errori di battitura perchè spesso neanche rileggo i miei post...
SEGUIRMI PERCHE'...dovreste chiederlo ai miei fidati lettori!! Non lo so, a volte ho solo la sensazione di mettere nero su bianco sensazioni che in molte provano, magari facendovi fare un sorriso ;)
Il MIO BLOG IN DUE POST: Difficile...che io sono varia, multipla, incoerente e colorata, e tra i miei post ce n'è di tutti i tipi...e sono almeno dieci minuti che ne cerco due solo due da farvi leggere e non li trovo.... proviamo, o la va o la spacca ;)).
Questo qui  che se poi mi state dietro io vi avevo abbastanza avvertito...
e questo qui, perchè   qui c'è il perchè scrivo, il perchè leggo, il perchè oggi partecipo a questa bella iniziativa.
DOVE MI TROVATE: eccomi!!!  ragione , sentimento e caos , il blog e la sua pagina facebook
@cily75 , twitter; @cily75, tumblr; @cily75, pinterest ... basta, per ora ;)))

A prestoo!!!!


la musica la musica la musicaaaaa!!!! un'imprescindibile parte di me ;))



2 luglio 2012

sono un disastro, lo so... il blog ha un anno, noi due e Capri era bellissima



E niente. Mi sono accorta che è stato il compleanno di questo spazietto mio mio a cui tengo tanto e che sto così trascurando....e io non ho scritto niente. Sono davvero una mamma degenere, pure del blog.
Il 30 giugno del 2010 nasceva questo blog, qui, diario disordinato dei miei pensieri...e il resto lo sapete.
E allora tanti auguri!!!
Ma comunque sono giustificata, ero a Capri,




 in un week end soli io e Lui, di mare,





shopping,









 relax.









 E ci sono arrivata talmente fusa che ho persino dimenticato di fare foto, ce ne sono solo poche e preziose, sparate su un Instagram non funzionante, quando il destino è avverso...




Ma non importa. Festeggiamo. Che poi il caso vuole che oggi sia l'anniversario ufficiale di me e  Lui,  e allora festeggiamo doppio.


Perchè la mia via resta un gran casino, io resto caotica, irrequieta , sempre di corsa e sempre con un pezzo mancante MA rifletto sul fatto che nella vita bisognerebbe cercare di essere come e dove si desidera, e io sono esattamente lì.



PS E vorrei fare altri duemilioni di cose e dirvene tante altre..
che per esempio ho lisciato @mammajewel di babyabordo e porcapaletta anceh lì è un destino avverso,
che la mia vicina di casa e la sua cagnetta ora hanno questi


e uno si chiama Pepe
e tutta la famiglia moderna  a cui appartengo sta facendo un alto pressing alla sottoscritta per  accogliere Pepe 






e io vorrei tanto tanto tanto dedicare molto più tempo a voi e a me stessa attraverso questo spazio, e twitter, e tumblr (si si, ora sono pure e latito anche lì)....e mamma mia, facciamo passare luglio e magari tornerò alla vita.

Ah si, devo sempre raccontarvi ancora...sto 2012 pare finirà con dei cambiamenti ancora in via di definizione...ma ho delle opzioni, e questa è cosa buona ;)


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